Nel momento in cui si vuole stare attenti alla linea, il primo alimento che viene eliminato o, comunque sconsigliato, è la pizza, croce e delizia dell’alimentazione di noi italiani amanti dei carboidrati.
Questo succede perché la pizza fa ingrassare. Ma è proprio così?
La regina pizza.
Gli ingredienti della pizza
Per poter andare a ragionare su quanto possa incidere una pizza nella nostra dieta quotidiana, si deve partire dagli ingredienti.
Classicamente, l’impasto della pizza viene fatto con:
Il condimento, invece, è libero, e ognuno si sbizzarrisce in pizzeria a scegliere quello che più gli piace: dalla classica margherita con salsa di pomodoro e mozzarella, alla vegetariana con le verdure, dalla capricciosa con prosciutto cotto, carciofini, funghi e olive nere, alla boscaiola con soppressa e chiodini.
Ovviamente, a seconda dei condimenti che si vogliono utilizzare, le calorie cambiano, e anche di molto!
La pizza fa veramente male?
Le calorie della pizza
La pizza margherita, cioè la più semplice, apporta circa 270 Kcal per ogni 100 g: tenendo conto che questa stessa pizza pesa circa 300 g, si può calcolare rapidamente le calorie totali. Una pizza margherita così come ci arriva sul piatto in pizzeria contiene circa 800 Kcal.
E le altre pizze?
Di seguito vi elenco le calorie medie delle pizze più comuni riferite, sempre, a 100 g:
pizza bianca (senza pomodoro): 292 Kcal
pizza vegetariana: 300 Kcal
pizza quattro stagioni: 620 Kcal
pizza margherita con salsiccia: 650 Kcal
pizza ai 4 formaggi: 700 Kcal
Nelle pizze con formaggi e salumi, come si può ben immaginare, abbiamo un elevato contenuto di grassi, che mediamente si attesta attorno ai 20-25 g per ogni 100 g di pizza.
Ma allora la pizza fa ingrassare veramente? Messa sul piano delle calorie, infatti, sembra che la pizza sia un cibo assolutamente da evitare, soprattutto se si vuole perdere peso: in realtà, ogni tanto è possibile concedersi un’eccezione per soddisfare il palato e, perché no, lo spirito.
La pizza fa ingrassare? Dipende!
Accorgimenti per una pizza più “salutare”
Stiamo cercando di capire se la pizza fa ingrassare oppure no. Per non sentirsi troppo in colpa e per non veder lievitare il girovita, è possibile preparare una pizza più “salutare” seguendo alcuni piccoli accorgimenti.
1-Utilizzare farine integrali per l’impasto
Consumare alimenti ricchi in fibre e a basso indice glicemico aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue e a garantire la sensazione di sazietà.
Come detto prima, se utilizziamo i formaggi come condimenti, aumentano sia le calorie che i grassi totali, responsabili, tra gli altri, di aumentare il rischio di patologie cardiovascolari.
3-Aumentare le verdure
Un condimento ipocalorico e salutare può essere costituito dalle verdure (di solito vengono preferite melanzane, e zucchine grigliate), che aumentano la quota di fibra del piatto.
4-Diluire la frequenza
Quello che consiglio io è di non mangiare la pizza ogni settimana (tipica abitudine del sabato sera della famiglia media italiana), ma una volta ogni 15 giorni e…
…di non pesarsi il giorno dopo, perché 1 chilo in più è quasi scontato (anche se non di grasso ma di ritenzione idrica) !
Conclusione, la pizza fa ingrassare?
Allora, la pizza fa ingrassare o no?
La pizza è un ottimo piatto unico, completo perché contiene carboidrati, grassi e proteine, anche se da non consumare quotidianamente.
Naturalmente, è meglio scegliere una pizza semplice ed evitare aggiunte di formaggi o affettati: le migliori sono le pizze con le verdure, che completano il pasto con fibre, vitamine e minerali, abbassando il carico glicemico e saziando di più.
Possiamo dire che in assoluto non è vero che la pizza fa ingrassare, così come non lo si può dire di nessun altro alimento. Va sempre tutto contestualizzato, nella giornata, nella settimana, nel mese, anche in base alle esigenze e al dispendio energetico.
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La pizza ingrassa ?
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Gli asparagi, in latino Asparagus Officinalis, fanno parte della vasta famiglia delle Liliacee, che accomuna circa 1600 varietà di vegetali con particolari proprietà curative, tra cui l’aglio, la cipolla, il porro, l’aloe, ma anche fiori come il giglio, il tulipano, e il mughetto. Gli asparagi più conosciuti sono di colore bianco e verde (anche se esistono delle varietà violacee) e vengono raccolti generalmente nei mesi di marzo-aprile.
COSA CONTENGONO GLI ASPARAGI
Gli asparagi sono dei vegetali ipocalorici e vengono spesso consigliati a chi vuole perdere peso o in regimi dietetici controllati. Infatti sono composti per oltre il 95% da acqua. Il restante 5% è costituito da:
2% di zuccheri,
2% di proteine
solo lo 0,1% di grassi.
Gli asparagi contengono elevate quantità di vitamine, sia idrosolubili come la vitamina C e il gruppo B, sia liposolubili come la vitamina A ed E.
Per approfittare al massimo dei benefici e delle proprietà di queste vitamine sarebbe bene utilizzare gli asparagi a crudo, magari grattugiando le punte nell’insalata o centrifugando il gambo completo per ottenere il suo estratto liquido.
ASPARAGI PROPRIETA’
Antiossidante
Gli asparagi contengono una buona quantità di glutatione, un composto che riduce l’azione dei radicali liberi, rallentando quindi l’invecchiamento cellulare.
Manganese e vitamina A, inoltre, influenzano positivamente il funzionamento dei reni, dei legamenti e della pelle, proteggendola dagli agenti atmosferici e dall’inquinamento.
Digestiva
La presenza delle fibre negli asparagi aiuta ad aumentare la sensazione di sazietà e di mantenerla per più tempo e a regolarizzare l’intestino. Inoltre, le fibre rallentano l’assorbimento dei nutrienti, in particolare degli zuccheri: ecco perché gli asparagi sono consigliati anche per chi ha in diabete mellito tipo 2.
(Per saperne di più sulle proprietà delle fibre vi invito a leggere l’articolo specifico).
Prebiotica
Questi vegetali contengono un particolare tipo di fibra, l’inulina, che non viene digerita dal nostro corpo ma stimola la crescita dei batteri intestinale “buoni”. I batteri buoni trasformano le fibre prebiotiche in sostanze chimiche come il butirrato, che è un potente antinfiammatorio intestinale. L’inulina, quindi, promuove un microbiota più vario e sano. E, come spesso ricordo, un microbiota in salute è alla base della salute e della longevità dell’interno organismo (ossia del nostro corpo in toto).
Diuretica
Grazie all’elevato contenuto di saponine, di polifenoli e di minerali, nello specifico potassio e fosforo, stimolano la diuresi e sono un ottimo alleato contro la ritenzione idrica. Caratteristica molto nota è la “puzza” che assume la pipì già pochi minuti dopo aver consumato un piatto di asparagi: questo è dovuto alla presenza di un particolare aminoacido chiamato, appunto, asparagina.
L’Italia è la terza produttrice europea, solamente dopo la Spagna e la Francia, grazie ai suoi 5.500 ettari di terreno coltivato. A questo pregiato ortaggio sono stati dedicati ben 4 marchi, 3 IGP e un DOP.
A detenere il primato di regione più devota all’asparago è il Veneto, con l’Asparago Bianco di Bassano DOP, l’Asparago Bianco di Cimadolmo IGP, l’Asparago di Badoere IGP e molte altre altre specialità tradizionali. L’Emilia Romagna invece si aggiudica la quarta eccellenza con l’Asparago Verde di Altedo IGP.
Gli asparagi sono un prodotto molto versatile quando si tratta di utilizzarli in cucina.
Un abbinamento ideale dell’asparago è quello con le uova, siano esse cucinate all’occhio di bue o sode.
Ricette per secondi piatti.
Molto conosciuto, inoltre, è il risotto agi asparagi, presente in tutte le famiglie italiane e soprattutto venete nel periodo primaverile, preparato con le punte più morbide di questo ortaggio.
Quando si vuole intraprendere un percorso alimentare per migliorare la propria condizione fisica e/o di salute spesso si è di fronte ad un dubbio amletico: quale figura professionale scegliere tra dietologo, dietista e nutrizionista? E che differenze ci sono? Proviamo a fare un po’ di chiarezza!
IL DIETOLOGO
Il Dietologo è un medico, con laurea in Medicina e Chirurgia, e specializzazione di 4 anni in Scienze dell’Alimentazione. Viene anche detto medico nutrizionista.
IL DIETOLOGO COSA FA
Rientra nella competenza del dietologo la valutazione clinica, la diagnosi, il trattamento e l’elaborazione delle diete, nonché la prescrizione di integratori e farmaci al bisogno.
Dietologo cosa fa.
IL DIETISTA
Il Dietista è un operatore sanitario individuato dal Decreto del Ministero della Sanità del 14 settembre 1994, in possesso della laurea triennale in Dietistica (L/SNT/3). Questa laurea fa parte delle lauree sanitarie triennali della facoltà di Medicina e Chirurgia e rientra nella Classe delle PROFESSIONI SANITARIE TECNICO-ASSISTENZIALE.
L’accesso al corso è a numero chiuso e prima della discussione della tesi è obbligatorio superare l’esame di stato che consente l’esercizio della professione.
IL DIETISTA COSA FA
Il dietista può svolgere numerose attività, che riguardano non solo l’elaborazione delle diete per soggetti sani e malati in ambulatori privati od ospedali, ma si estendono al controllo dell’igiene degli alimenti, all’educazione alimentare, alla ricerca scientifica, alla collaborazione con le industrie del settore alimentare, alla coordinazione di attività relative all’alimentazione nonché, all’insegnamento universitario delle scienze e tecniche dietetiche applicate, materia di studio del corso di laurea in dietistica, e del tirocinio triennale in qualità di tutor.
Il dietista non può fare diagnosi di malattia e nè prescrivere farmaci (integratori sì).
A partire dal 2018, con la Legge n.3/2018, cosiddetta Legge Lorenzin, è stato istituito l’Ordine dei TSRM e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (TSRM-PSTRP), a cui fa parte l’Albo dei Dietisti assieme ad altre 17 professioni sanitarie. Per esercitare la professione, è necessario essere iscritti all’Ordine.
Il termine nutrizionistasta a indicare un generico operatore nel campo della nutrizione. In Italia non esiste nessuna precisa indicazione di legge per la generica figura del nutrizionista, tant’è che un parere del Consiglio Superiore di Sanità definisce nutrizionista “lo specialista dell’alimentazione umana di diversa estrazione professionale medica e/o non medica (biologo, agronomo, farmacista, veterinario, ecc)”. Da qui si evince che, da definizione, il termine nutrizionista si riferisce sia al medico nutrizionista o dietologo, sia al dietista, sia al biologo nutrizionista.
Solitamente, però, viene usato il termine nutrizionista per indicare il biologo nutrizionista.
Il biologo nutrizionista ha unalaurea in biologia (4 anni con il vecchio ordinamento, o 3 + 2 con la nuova riforma) e, per esercitare la professione deve aver superato l’esame di Stato ed essersi iscritto all’Albo dei Biologi.
IL NUTRIZIONISTA COSA FA
Il biologo nutrizionista può valutare i fabbisogni nutritivi ed energetici delle persone ed elaborare schemi dietetici ma non farmaci e, come i dietisti, lavorare nell’ambito dell’educazione alimentare e della ristorazione collettiva. Qualora la persona che si rivolge al biologo nutrizionista presumi o sospetti di essere affetta da qualche patologia, il biologo deve inviarla al medico perché accerti se il soggetto è sano o affetto da qualche patologia. Solo in quel momento potrò elaborare una dieta che ripristini il benessere della persona.
In realtà è molto difficile rispondere a questa domanda, proprio in virtù di quanto scritto sopra! Meglio scegliere un dietologo o un dietista? Meglio un biologo nutrizionista o un dietista?
A mio avviso, la scelta migliore non è scegliere un professionista in base al suo titolo di studio, bensì alla sua professionalità. È buona norma informarsi sull’esperienza e sulle modalità di lavoro del professionista, sulle sue capacità comunicative ed empatiche, sulla sua abilità di ascolto e di saper adattare “uno schema dietetico” allo stile di vita della persona.
La professionalità non la dà un titolo.
Attenzione! Non possono fare diete: personal trainer, estetiste, naturopati, farmacisti, coach del benessere.
La curcuma controindicazioni ne ha, non ne è scevra, come tutte le spezie e, più in generale, come tutte (o quasi) le sostanze naturali.
La curcuma è una tra le spezie più conosciute ed utilizzate, sia nel mondo orientale che in quello occidentale. In particolare, per secoli è stata (ed è tutt’ora) uno degli ingredienti fondamentali della cucina mediorientale e del sud-est asiatico: assieme a cardamomo e zenzero, ad esempio, la curcuma è ingrediente del curry, tipico condimento indiano.
Cos’è la curcuma
La curcuma è una pianta perenne spontanea dalle foglie larghe e dai fiori gialli. Anche se viene comunemente chiamata “zafferano d’India”, in realtà è originaria della Cina. La parte della pianta di curcuma che più spesso si trova nei supermercati e nei negozi è la radice, fresca o macinata, di colore arancione, che racchiude la maggior parte delle proprietà benefiche della curcuma.
Curcuma benefici
La curcuma è stata oggetto di numerosi studi scientifici negli ultimi anni, alcuni dei quali sono ancora in atto. Si cerca, infatti, di scoprire le proprietà benefiche di questa spezia che viene utilizzata nella medicina ayurvedica ormai da millenni.
Le proprietà benefiche della curcuma sono da imputarsi ad una particolare sostanza, detta curcumina, di cui è ricca la radice.
Curcuma controindicazioni e benefici.
Curcuma proprietà antitumorali
Proprio la curcumina sembrerebbe responsabile delle proprietà di prevenzione contro alcuni tipi di tumore legati all’apparato digerente (quali bocca, fegato e colon), ma anche dei polmoni, dei reni e della mammella. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Research, la spezia avrebbe un ruolo fondamentale nella prevenzione e nel trattamento deltumore alla prostata. Si è inoltre constatato che l’effetto della curcumina è ancora più evidente se associata ad un isotiocianatopresente in verdure come il cavolo, i broccoli o il cavolo rapa.
Mi preme ricordare che gli studi sono ancora in corso e che la cautela deve essere molta.
Curcuma proprietà antinfiammatorie
La curcuma aiuta a ridurre i processi infiammatori presenti nel nostro corpo, soprattutto quelli in atto a livello delle articolazioni: per questo possiamo dire che può curare le artriti più leggere.
Curcuma proprietà antiossidanti
Questa spezia dal colore intenso ha proprietà antiossidanti, capaci di rallentare l’invecchiamento causato dall’azione dei radicali liberi.
Recenti studi hanno dimostrato che la curcuma è in grado di rafforzare il tessuto endoteliale (ossia il rivestimento dei vasi sanguigni), con conseguenti benefici per salute di cuore e apparato cardiovascolare.
Curcuma controindicazioni
Ci domandiamo: oltre ad avere tante proprietà benefiche, la curcuma ha controindicazioni? Possiamo consumarla liberamente o è meglio limitarne l’uso?
In realtà, come ogni alimento la regola fondamentale è la misura: assumere in maniera eccessiva la curcuma comporta la comparsa di problemi gastrointestinali, come dissenteria, nausea, meteorismo, ulcere.
Per cui la risposta alla domanda è sì, la curcuma ha controindicazioni, non solo proprietà benefiche.
Curcuma controindicazioni particolari
In particolar modo, è sconsigliata in presenza di patologie particolari, quali calcoli alla colecisti (o cistifellea) e problematiche alle vie biliari, ma anche in presenza di problemi ai reni e nella coagulazione del sangue.
Curcuma in cucina
Questa spezia dal sapore inconfondibile può essere utilizzata sottoforma di polvere per aromatizzare minestre, zuppe, primi piatti e verdure, ma anche carni e formaggi. Sottoforma di radice, invece, la curcuma può essere utilizzata per preparare infusi e tisane.
Le controindicazioni della curcuma sono legate alla frequenza e alla quantità di utilizzo.
Consigli per la conservazione: la polvere di curcuma va conservata in un vaso di vetro (preferibilmente non trasparente), in un luogo fresco ed asciutto, per preservare aroma e proprietà della spezia.
Il farro è un cereale molto antico e probabilmente è la più antica tipologia di frumento coltivato, tant’è che costituiva la base dell’alimentazione dei legionari romani e veniva utilizzato per la produzione di pane, focacce e polente anche per i banchetti di nozze.
Il farro è un pianta molto resistente ed è in grado di crescere anche in condizioni difficili, con temperature basse e terreni poveri di nutrienti. Riesce perfino a resistere a certi tipi di parassiti, per cui non necessita di pesticidi: ecco perché spesso il farro è naturale e biologico. La sua resa, però, non è competitiva, per cui la sua coltivazione è ormai scomparsa e soppiantata da altre piante, tipo il frumento.
Farro benefici per la salute.
Farro cos’è
Per “farro” si intendono tre differenti specie del genere Triticum, ossia:
Farro piccolo o monococco
Farro medio o dicocco (il più usato)
Farro grande o spelta
Così come gli altri cereali, il farro si presenta sotto forma di cariossidi, comunemente detti chicchi, e viene commercializzato in diverse varietà, corrispondenti a differenti processi di lavorazione.
Farro valori nutrizionali
Il farro è un ottimo cereale per chi vuole tenere a bada il peso e la glicemia. Infatti, il farro apporta meno calorie della pasta di frumento (su 100g: 335 Kcal VS 350 Kcal) e il suo basso indice glicemico, assieme all’elevata quantità di fibre (6,8 g) aumenta il senso di sazietà.
Il farro contiene glutine, per cui è tra i cereali vietati in caso di celiachia.
Possiamo riassumere i valori nutrizionali per 100g di parte edibile:
15 g di proteine
2,5 g di grassi
67 g di carboidrati
Farro benefici e proprietà
Il farro ha numerose proprietà benefiche, che lo rendono un ottimo sostituto ai cereali più diffusi (da noi, frumento e riso su tutti). Scopriamole insieme.
Farro benefici per la longevità.
DIGESTIONE E STIPSI
Il farro è molto digeribile e contrasta la comparsa di gastrite e reflusso. Inoltre, le fibre in esso contenute aiutano a regolarizzare l’attività dell’intestino in caso di stitichezza. Per lo stesso motivo, non è consigliato a chi soffre di colite (o colon irritabile) e meteorismo.
RADICALI LIBERI
Il farro è ricco di acido fitico, che lo rende un ottimo rimedio per contrastare l’azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e di forme di degenerazione cellulare come i tumori, in particolare al seno, prostata e colon. Grazie alla sua alta solubilità in acqua, il farro permette al nostro organismo di assorbire meglio le sostanze nutritive in esso contenute.
OSSA FORTI
Il farro contiene molti minerali importanti come zinco, rame, magnesio e selenio che sono indispensabili per un corretto sviluppo delle ossa, aiutando così anche a prevenire l’osteoporosi.
Farro ricetta
Il farro è un cereale molto versatile, che può essere utilizzato per piatti caldi e freddi, come primi piatti, zuppe, piatti unici o dolci.
Ho scelto di scrivervi una ricetta semplicissima che ho fatto l’altro giorno anch’io: INSALATA DI FARRO CON FAVE E PISELLI.
Ingredienti per due persone:
140 g di farro
140 g di piselli freschi (o surgelati)
140 g di fave fresche (o surgelate)
1 cipollotto, olio extravergine d’oliva, erba cipollina, sale e pepe.
Farro benefici nel piatto.
Procedimento:
Lavare e cuocere il farro.
Pulire i piselli e le fave e cuocere a vapore per 5 minuti. A cottura ultimata, scolare il farro e condire con l’olio extravergine di oliva e aggiungere i piselli e le fave.
Aggiungere il cipollotto fresco, l’erba cipollina, il sale (poco, mi raccomando!) e il pepe.
Servire l’insalata di farro a temperatura ambiente.
Lo zenzero è una radice molto utilizzata nella medicina tradizionale ayurvedica, che ormai spopola in tutti i siti e programmi di informazione e divulgazione anche da noi, in Occidente, soprattutto quando si tratta di nutrizione e diete.
Lo zenzero è molto versatile in cucina, infatti può essere utilizzato sotto forma di radice vera e propria o come polvere in numerose ricette e per le più disparate funzioni.
Le proprietà dello zenzero
Zenzero proprietà digestive
Lo zenzero è ricco di principi attivi anti-infiammatori e di sostanze utili per il sistema digestivo: combatte i bruciori di stomaco, aiuta a eliminare i gas nel tratto intestinale e stimola la produzione di succhi gastrici, attivando e favorendo la digestione. Lo zenzero, infatti, è un carminativo naturale, e viene spesso utilizzato sottoforma di infuso per migliorare la digestione dopo un pasto pesanteed è molto utile per il miglioramento di gastrite e ulcera intestinale.
In ambito erboristico, in particolar modo, viene impiegato come rimedio contro la cattiva digestione e per prevenire nausea e vomito, soprattutto quando associati al cosiddetto mal da movimento (in gergo tecnico cinetosi), ma anche per contrastare la nausea da chemioterapia e per gestire le nausee mattutine in gravidanza.
Le proprietà antiemetiche e aiutanti la digestione sono attribuibili ai gingeroli e agli shogaoli, i quali sembrano in grado ai aumentare la produzione di saliva, bile e succhi gastrici, di incrementare la peristalsi intestinale e di ridurre le contrazioni gastriche.
In commercio esistono numerosi integratori a base di zenzero con questo obiettivo. La dose di prodotto può variare a seconda del tipo di prodotto utilizzato e della concentrazione di principi in esso contenuto, perciò è fondamentale leggere per bene quanto riportato sulle confezioni.
Zenzero proprietà per la salute, nascoste in una radice.
Zenzero proprietà anti-influenzali
La radice di zenzero viene utilizzata anche come rimedio naturale per raffreddore e influenza, grazie alle sue caratteristiche di antibatterico e antipiretico, alleviando il mal di gola e la tosse. E’ in grado, infatti, di sciogliere il muco, stabilizzare la temperatura corporea ed aumentare la sudorazione, in modo da espellere in misura maggiore le tossine.
Zenzero proprietà dimagranti
Lo zenzero è un formidabile alleato per chi segue una dieta dimagrante e disintossicante e per chi vuole recuperare la forma fisica perduta: da un lato limita lo stimolo della fame, dall’altro le sue componenti piccanti producono un effetto termogenico, che aiuta ad attivare il metabolismo e lo rende un potente brucia-grassi e calorie.
Inoltre, contribuisce a ridurre la cellulite e i gonfiori.
Lo zenzero è conosciuto da millenni per le sue proprietà.
Zenzero proprietà anti-infiammatorie
La presenza di due gruppi di sostanze anti-infiammatorie chiamate gingeroli e shogaoli conferisce allo zenzero la capacità di alleviare dolori articolari e muscolari, promuovendo il recupero muscolare dopo un intenso allenamento con i pesi, una riduzione dell’infiammazione negli sport di endurance ma anche un miglioramento dei fastidi della sindrome premestruale.
Nello specifico, diversi studi randomizzati hanno evidenziato benefici in caso di assunzione dell’estratto secco qualche giorno prima dell’inizio del ciclo mestruale.
Zenzero proprietà anti-tumorali
Secondo uno studio pubblicato sul Cancer Prevention Research, la radice di zenzero aiuterebbe a ridurre l’infiammazione nel colon, che si crede essere un indicatore di future cellule tumorali, e quindi il rischio di carcinoma del colon-retto.
Controindicazioni dello zenzero
Pur essendo molto utilizzata in cucina, in fitoterapia e in erboristeria, questa radice non è priva di controindicazioni: l’utilizzo dello zenzero è controindicato, infatti, per coloro che soffrono di colelitiasi o di problemi alla coagulazione, in virtù della sua potenziale attività antitrombotica (da evitare, quindi, se si sta seguendo una terapia con farmaci anticoagulanti, per rischio sanguinamento).