Quali etichette nutrizionali possiamo usare per fare educazione alimentare?
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Partiamo dal presupposto che il modo in cui il venditore comunica gli ingredienti sulla confezione di un prodotto è di grande rilevanza per la lettura, la comprensione e l’efficacia nello stimolare comportamenti nutrizionali corretti.
Riflettiamo, ora, su un dato emerso da una recente ricerca in materia (ricerca Nielsen, 2011), ossia che i consumatori hanno una limitata comprensione delle etichette nutrizionali: ben il 59% degli intervistati, infatti, ritengono di non comprendere le etichette nutrizionali dei prodotti che acquistano.
Lo sviluppo di etichette nutrizionali consumer-friendly potrebbe essere un efficace strumento di marketing sociale dal momento che i consumatori sono affamati di informazioni nutrizionali, specie se facili da comprendere.
Le etichette nutrizionali, infatti, dovrebbero essere chiare e comprensibili, per aiutare il consumatore che intende effettuare delle scelte alimentari e dietetiche più consapevoli, così come possono essere considerate un’importante strategia di promozione della salute.
Etichette nutrizionali nel mondo
Esistono diverse tipologie di etichette nutrizionali nel mondo:
etichette testuali (quelle che troviamo nei nostri supermercati),
etichette a semaforo,
etichette a stelle (modello americano e australiano),
etichette ad immagine.
Le etichette testuali prevedono la stesura degli ingredienti utilizzati in ordine decrescente (dall’ingrediente presente in misura maggiore a quello presente in tracce), nonché la tabella nutrizionali precisante la quantità di grassi, zuccheri, proteine e calorie presenti per 100g di prodotto (e, volte, anche per porzione di consumo consigliata).
TESTUALI
Etichette nutrizionali testuali.
A SEMAFORO
Le etichette a semaforo prevedono l’indicazione delle calorie del prodotto all’interno di una forma colorata in tre diverse tonalità alternative: rosso per il prodotto ipercalorico, arancione per un prodotto mediamente calorico e verde per un prodotto ipocalorico.
Etichette nutrizionali a semaforo.
A STELLE
Il formato icona con ranking prevede degli standard nutrizionali che un prodotto deve soddisfare per meritare una stella, ossia un punto. Il prodotto che soddisfa tutti gli standard nutrizionali richiesti riceve il numero massimo di stelle (3 o 5 a seconda del Paese).
Etichette nutrizionali a stelle.
A IMMAGINE
Le etichette a immagine, invece, prevedono l’impiego di silhouette maschili o femminili di massa corporea correlata alle calorie del prodotto. Nel caso di un prodotto ipercalorico, la silhouette associata ha una dimensione corporea maggiore rispetto a quella abbinata ad un prodotto ipocalorico.
Etichette nutrizionali a immagini.
Quali strategie adottare?
Diversi studi hanno dimostrato che le prime tre tipologie di etichette NON scoraggiano la scelta di prodotti ipercalorici (snack dolci e salati, ad esempio): in questo senso è molto più efficace l’etichetta ad immagine, in quanto evoca una risposta emotiva maggiore. Al momento non tutte le tipologie di etichette sono utilizzate in Europa e in particolare in Italia, come avete potuto notare facendo la spesa: a parer mio, però, integrare le “nostre” etichette testuali con quelle ad immagine potrebbe aiutare a capire come si può trasformare il corpo nel tempo se viene consumato abitualmente quel determinato tipo di alimento (anche se carente dei consigli per uno stile di vita attivo).
Vorrei aggiungere in queste conclusioni, un nuovo tipo di etichettatura che è al vaglio a partire dall’Unione Europea.
Molto discusso anche nei talk show e nei telegiornali, in quanto potrebbe rappresentare un ipotetico danno per i nostri prodotti Made in Italy, sto parlando del Nutri-score: un sistema di etichettatura degli alimenti sviluppato in Francia e pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare attraverso l’utilizzo di due scale correlate. Queste due scale sono una cromatica, divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica, comprendente le cinque lettere dalla A alla E.
A mio avviso è un etichettatura che dà un giudizio, un voto, più che dare informazioni sul prodotto, e finisce per discriminare i prodotti ricchi in grassi senza fare un distinguo tra grassi “buoni” e grassi “cattivi”.
Le leggi dell’UE non consentono di imporre il proprio sistema di etichettatura degli alimenti a titolo obbligatorio. Ciò nonostante, la UE propone un’etichettatura nutrizionale obbligatoria per tutta l’Europa entro il 2022 e Nutri-score è uno dei candidati. Vedremo cosa succederà e che decisioni verranno prese!
Se volete sapere che cos’è il tofu siete capitati nell’articolo giusto.
Spesso le domande che si sentono fare sono:
tofu cos’è?
a cosa assomiglia il tofu?
che ingredienti ci sono nel tofu?
come si produce il tofu?
come si mangia il tofu?
Proviamo a fare un pò di chiarezza.
Il tofu è un alimento vegetale molto consumato in varie nazioni dell’estremo oriente (dalla Cambogia al Vietnam, passando per Cina e Giappone) da centinaia di anni, ma fece la sua comparsa in Europa soltanto nel XVI secolo.
Ma che cos’è il tofu esattamente? Quali ingredienti lo compongono?
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Il tofu è il risultato della cagliatura del latte di soia e le procedure di preparazione sono molto simili a quelle utilizzate per ottenere il formaggio dal latte vaccino. Il caglio utilizzato per la cagliatura può essere di vario tipo e sarà proprio la varietà scelta a determinare le caratteristiche organolettiche del prodotto finale: dal sapore all’odore alla consistenza, ma anche il contenuto, ad esempio, di calcio.
Per conservarlo, è necessario tenerlo in frigorifero, immerso in una ciotola colma di acqua da cambiare quotidianamente ed è di fondamentale importanza consumarlo entro una settimana circa.
Negli ultimi anni il tofu ha creato curiosità sia tra i consumatori (soprattutto chi ha desiderio di passare ad una alimentazione vegetariana o vegana, ma anche chi è curioso di sperimentare e di provare contaminazioni culinarie) sia nel mondo scientifico.
Vegetariani e vegani sanno che cos’è il tofu, e a loro piace molto anche per l’origine del termine tofu, che in giapponese significa “carne senza ossa“.
Tofu calorie
Il tofu deriva dalla soia, che è un legume, quindi è un alimento proteico, totalmente vegetale, non contiene colesterolo e i grassi presenti sono pressoché tutti insaturi.
Ma quante proteine ha 100 g di tofu ? Circa 8/10 g su 100 g di prodotto.
Tofu calorie esempio
Questo significa che il tofu può rappresentare un’interessante alternativa alle proteine animali di carne e formaggio ed aiuta ad abbassare il colesterolo e il rischio di aterosclerosi e ipertensione. Inoltre, contiene isoflavoni della soia, che aiutano a prevenire l’osteoporosi e a ridurre i sintomi della menopausa.
Il tofu non contiene glutine e ha un indice glicemico basso (15), perciò può essere consumato anche da chi soffre di celiachia e di diabete.
Che cos’è il tofu e come utilizzarlo nella preparazione dei vostri piatti.
Il tofu in cucina
Il tofu è un alimento molto versatile, in quanto ha un sapore neutro ed è in grado di assorbire i sapori degli alimenti con cui viene cucinato. Volendolo paragonare ai formaggi comuni, potrebbe ricordare un po’ un primosale.
Sapore del tofu
Il tofu può essere consumato sia cotto sia crudo, per creare condimenti o secondi piatti, ma anche nella preparazione dei dolci. Oltre al tofu neutro, in commercio si possono trovare numerose versioni aromatizzate (all’aglio, al basilico, al pomodoro, ecc), che rendono le preparazioni più invitanti ed appetibili.
Il tofu fresco, essendo tendenzialmente più morbido, è adatto alla preparazione di salse e condimenti, il tofu conservato è più adatto alla cottura. Lo si può cuocere alla griglia, insaporendolo o meno con qualche salsa, oppure versarlo a pezzetti nelle minestre. Ma anche farlo bollire o friggere (quest’ulima cottura, non troppo salutare).
Quando si parla di soia e derivati bisogna ricordare che è consigliato preferire la versione biologica, per evitare il rischio di incorrere in soia geneticamente modificata (OGM). In ogni caso, è bene non esagerare con il consumo di soia e derivati (e quindi anche del tofu), introducendo nella dieta quotidiana anche le forme più classiche di legumi, ad esempio fagioli, lenticchie, ceci, piselli e fave.
Ricordiamo che cos’è il tofu: un derivato della soia. Come si può dedurre, il tofu non può essere consumato da chi soffre di allergia alla soia ed è sconsigliato il suo consumo frequente anche per chi soffre di ipotiroidismo.
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Molti disturbi alimentari non riguardano davvero il cibo, ma la fame da stress.
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I libri sull’alimentazione e i vari specialisti parlano di ciò che si mangia, consigliano di cambiare abitudini alimentari, ma non spiegano, purtroppo, il motivo per il quale si consuma troppo cibo. A volte, infatti, il punto non è tanto cosa/quanto si mangia durante i pasti, ma le calorie introdotte a causa della fame da stress (o fame nervosa).
Anche la vita moderna ci mette del suo per NON aiutare a risolvere il problema: i ritmi sono così frenetici che molte persone vivono la giornata in maniera disconnessa, inconsapevole di tutti quei sentimenti che le portano a mangiare per ragioni emotive.
Soltanto quando si è veramente consapevoli di ciò che si prova e si affrontano i propri sentimenti senza giudicarli si può scoprire modi sani di gestire qualunque tipo di disagio si stia cercando di alleviare con il cibo.
Vediamo insieme DIECI modi per calmare le nostre emozioni senza ricorrere al conforto del cibo.
1 – AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA
Invece di compiere tutte le nostre azioni in modalità “pilota automatico”, cerchiamo di svolgere ogni attività con piena consapevolezza. Essere consapevoli del proprio corpo e delle sue sensazioni farà in modo di essere meno vulnerabili alla fame da stress.
Un esempio? Facciamo una passeggiata consapevole: facciamo attenzione ai piedi che toccano terra, ai profumi che sentiamo, ai colori che vediamo.
2 – MEDITAZIONE
L meditazione offre numerosi benefici sia fisici che psicologici, in particolar modo, rallentando la respirazione e il battito cardiaco, si abbassa la pressione sanguigna e si rilassano i muscoli. Ne consegue una diminuzione dell’ansia e un aumento della calma e della concentrazione.
Come fare? Un modo per meditare è concentrare tutta la nostra attenzione su un singolo punto, che può essere un’immagine o un oggetto, per tutto il tempo necessario a calmarsi.
3 – ESERCIZI DI RESPIRAZIONE
La respirazione consapevole allontana l’attenzione dai pensieri che ci turbano e dallo stress. Focalizzandoci sui cambiamenti del corpo durante la respirazione, ci rilassiamo e siamo più lucidi e razionali.
Quanto tempo? La respirazione consapevole può durare da un minuto a molto di più, a seconda delle necessità.
4 – SCRIVERE UN DIARIO
Tenere un diario aiuta a capire le vere motivazioni della fame da stress, a volte può essere addirittura illuminante. Inoltre, è clinicamente dimostrato essere uno strumento per confortare sé stessi. È un metodo semplice e poco costoso ed aiuta a riflettere sulla propria situazione in modo più positivo e realistico.
Una dritta? Scriviamo senza correzioni, senza censure e senza cancellare, semplicemente seguiamo il flusso dei nostri pensieri.
Ridere fa bene!
5 – FARSI UNA RISATA
L’umorismo è uno strumento terapeutico estremamente potente : è un modo efficace di affrontare alcuni tipi di dolore e può essere sorprendentemente guaritore. Quando si inizia a ridere, i movimenti fisici creano una cascata di reazioni nel corpo: il cervello invia segnali di relax al corpo, mentre allo stesso tempo vengono rilasciati particolari neurotrasmettitori che ci aiutano a provare piacere.
Qualche idea su come fare per iniziare? Noleggiamo un film comico o attacchiamo una nostra foto buffa al frigorifero.
6 – SUDARE
Con il movimento, il corpo produce e libera delle sostanze chimiche del benessere, come le endorfine e i neurotrasmettitori, che migliorano l’umore.
Poco tempo a disposizione? Balliamo per una canzone intera o facciamo quaranta salti alzando le braccia e divaricando le gambe durante gli spot pubblicitari.
7 – LAVARE VIA LO STRESS
L’idroterapia esiste fin dai tempi degli antichi Romani, che costruivano terme sia per fare il bagno che a scopo terapeutico per disturbi fisici. Un bel bagno caldo ci massaggia e ci rilassa.
Non siamo a casa per poterci fare una doccia calda? Possiamo andare comunque in bagno e mettere le mani sotto il getto dell’acqua calda.
8 – ARTISTI CON LE MANI
Fare qualcosa di creativo stimola il cervello in modi nuovi e tiene le mani occupate. Inoltre, vedere una creazione prendere forma può essere rivitalizzante, motivante e soddisfacente.
Qualche esempio? Possiamo provare con il lavoro a maglia, la ceramica, la pittura, i puzzle, e chi più ne ha più ne metta!
9 – ESTIRPARE LA FAME da stress
Giardini e orti stimolano le nostre capacità di prenderci cura di qualcosa. Inoltre, le piante utilizzano l’anidride carbonica regalandoci ossigeno.
Non abbiamo spazio? Possiamo tenere una pianta in ufficio o sul balcone.
Un animale domestico aiuta a stare meglio.
10 – L’AMORE DI UN QUATTROZAMPE
Gli animali domestici hanno un grande potere curativo e un incredibile valore terapeutico. Con un quattro zampe puoi avere un’amicizia affidabile e sicura, senza ricatti né offese.
Non abbiamo un animale domestico? Possiamo portare a spasso il cane del nostro vicino di casa, oppure fare volontariato in un canile/gattile.
Se desideri, puoi usufruire della Telefonata Conoscitiva Gratuita ed esporre le tue problematiche riguardanti l’alimentazione. Clicca sul pulsante qui sotto.
La marinatura è un metodo di preparazione che non necessita di particolari abilità culinarie e che consiste nel far riposare un ingrediente (carne, pesce o verdure) in un liquido piuttosto acido , il quale ne trasforma la struttura, ne modifica il sapore e, in un certo senso, lo “cuoce”.
Questa tecnica di cucina tradizionale è oggigiorno troppo poco sperimentata, ma permette di preparare piatti sani e digeribili, e che si possono conservare più a lungo. Infatti, dopo una lunga giornata lavorativa, quando si ha poco tempo (o voglia) di fare la spesa o di cucinare, avere a disposizione pesce, carne o verdure marinati è un ottimo aiuto per salvare la cena!
Le pietanze marinate sono anche un’ottima idea per mantenersi in linea, in quanto questa tecnica permette di non eccedere con i condimenti grassi come olio e burro.
Quali liquidi usare per la marinatura?
Una tipica marinatura è composta da tre tipi di ingredienti:
acidi, per esempio il vino, l’aceto, il succo di limone o la birra: essi scompongono le proteine presenti nell’alimento lo rendono più tenero;
oli, solitamente olio extravergine d’oliva: essi trattengono il sapore e l’acqua, evitando che questa venga persa durante la cottura vera e propria;
aromi, come spezie ed erbe (cipolla, timo, aglio, origano, rosmarino, ecc): aggiungono sapore alla pietanza.
Il liquido per marinare dipende molto dal gusto personale, ma secondo me delle accoppiate vincenti possono essere pesce e limone, verdure e aceto, carne e vino rosso!
Marinatura: un tocco in più ai tuoi piatti
Come preparare una buona marinatura
Si possono marinare molti alimenti, e per farlo basta riempire il contenitore con la marinata con l’alimento da marinare: non dimenticare, è fondamentale che i cibi siano completamente ricoperti dalla marinata!
Per quanto riguarda l’ingrediente di base, dipende anche qui dai gusti personali; dopo aver riempito il recipiente devi ricoprirlo con una pellicola e metterlo in frigorifero per il tempo necessario (almeno una bella mezz’ora). La pietanza può essere consumata dopo averla lasciata riposare altri dieci minuti fuori dal frigorifero, oppure si può passare alla cottura.
Il liquido della marinata NON DEVE ESSERE RIUTILIZZATO per altre preparazioni, se non dopo cottura.
Quale materiale utilizzare per i contenitori?
I materiali più adatti allo scopo sono la ceramica, la porcellana, il vetro e il pyrex. Evita, invece, la plastica e il metallo, in quanto durante la marinatura potrebbero cedere sostanze dannose agli alimenti a contatto con ingredienti acidi.
Quali sono i tempi giusti per la marinatura?
Anche se la vista ed il tatto ci possono dare le informazioni più dettagliate, ci sono dei tempi indicativi per ciascun alimento, in base al tipo e alla dimensione:
dalle 4 alle 6 ore per la carne rossa (manzo)
dalle 2 alle 4 ore per pollo, tacchino e maiale
da mezz’ora ad un’ora per i filetti di pesce
mezz’ora per le verdure.
Marinare gli alimenti è, se vogliamo dirlo, anche una tecnica semplice per nascondere talvolta i difetti della materia prima.
In realtà, la marinatura è un mondo molto articolato che permette di esaltare le sfumature sensoriali che caratterizzano secondi piatti e verdure, e dà la possibilità al cuoco di giocare con i sapori e gli ingredienti, per esaltarne le caratteristiche. Per i neofiti, però, il rischio di rovinare la cena è dietro l’angolo, quindi è meglio, inizialmente, seguire alla lettera delle ricette già ben consolidate! Nonostante questa “ramanzina”, so che siete pronti a provare la cottura a freddo.
La mia ricetta preferita è la tartar di manzo, con marinatura a base di olio extravergine di oliva, limone e brandy. Le quantità? A sentimento, ovvio!
Le bacche di Goji sono delle bacche di color rosso, dall’aspetto e gusto simile all’uvetta.
Recentemente sono approdate sul mercato occidentale, e in particolare su quello italiano, ma in realtà sono native delle regioni asiatiche, dove già centinaia di anni fa venivano utilizzate nei soggetti che presentavano febbre, problemi vi sta o della pelle, diabete o pressione alta. I cinesi, infatti, ritenevano che queste bacche avessero importanti capacità di preservare la salute. E non avevano tutti i torti, come vedremo.
Bacche di Goji benefici e controindicazioni.
Cosa sono e cosa contengono le bacche di Goji?
Queste bacche rosse contengono, se essiccate, una grande quantità di vitamine e sali minerali. Vediamo quali sono maggiormente presenti, su 100 g di prodotto (che corrispondono a circa 350 Kcal):
Calcio 112 mg
Potassio 1134 mg
Ferro 9 mg
Zinco 2 mg
Selenio 50 microgrammi
Riboflavina (B2) 1,3 mg
Vitamina C compresa tra 29 e 148 mg, a seconda delle coltivazioni
Contengono, inoltre, vitamina A e carotenoidi, in particolar modo la zeaxantina, molecola che in natura assorbe le radiazioni solari che potrebbero, nelle piante, impedire la fotosintesi clorofilliana. Nel caso dell’essere umano, la zeaxantina protegge le cellula della retina dalla degenerazione e, quindi, dalla perdita della vista.
Bacche di Goji benefici
ANTI-AGE
Le bacche di Goji hanno un notevole potere antiossidante e potrebbero, quindi, aiutarci nel ridurre lo stress ossidativo provocato dai radicali liberi. Queste bacche, infatti, hanno un potere ORAC molto elevato e vengono considerate, assieme a tè verde, cacao, curcuma e frutti di bosco, dei “super-foods” proprio per il loro effetto anti-age.
SISTEMA IMMUNITARIO
Le bacche di Goji vengono talvolta consigliate a coloro i quali hanno difese immunitarie abbassate o a chi si ammala ripetutamente senza una causa apparente. Le bacche contengono, infatti, un particolare gruppo di polisaccaridi detti LBP, che assieme ai carotenoidi, favoriscono un aumento del numero di globuli bianchi (linfociti), oltre a potenziare la capacità dei fagociti di difendere l’organismo umano da agenti patogeni. Nelle Goji, inoltre, troviamo anche un derivato naturale della Vitamina C che, oltre ad agire come potente antiossidante, rinforza le naturali difese dell’organismo.
IPERTENSIONE E MENOPAUSA
Numerosi studi si stanno compiendo per capirne di più su questo frutto orientale, ancora poco consumato in Italia: sembrerebbe che le bacche di Goji aiutino nella protezione del cervello, migliorandone la tonicità, e nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Gli stessi studi, inoltre, hanno evidenziato che queste bacche possono aiutare anche le donne in menopausa, soggette a una maggiore probabilità di sviluppare ipertensione arteriosa: possiamo dire, quindi, che consumare poche bacche di Goji al giorno aiuta a proteggere il cuore e ad abbassare la pressione in menopausa.
Questo, ovviamente, se calato in uno stile di vita salutare in cui siano presenti alimentazione equilibrata e attività fisica, e l’abolizione di fumo e alcol.
Possiamo ormai dare per assodato le queste bacche hanno numerose proprietà. Ma esistono degli effetti avversi?
Sì, esistono delle controindicazioni nel consumo delle bacche, anche se NON sono disponibili in letteratura scientifica effetti avversi del loro consumo, se in dosaggi contenuti e secondo modalità di buon senso. La maggior parte delle segnalazioni di effetti avversi riportati in letteratura derivano, analizzando la casistica, ad un errato, eccessivo o improprio e combinato utilizzo del prodotto.
Pur essendo un alimento dalle indubbie proprietà, le bacche non devono essere consumate da chi assume farmaci controllori della pressione e del diabete, o gli anticoagulanti. Si sconsiglia il consumo delle bacche di Goji in gravidanza e allattamento, per motivi di cautela.
Arriva l’estate, arriva il caldo, e si cercano alimenti freschi da consumare durante l’arco della giornata. E molte persone in questi giorni abbandonano pentole e fornelli e sostituiscono il pranzo (o la cena) con una bella coppa di gelato, magari accompagnata da panna e, nella migliore delle ipotesi, da frutta fresca.
Il gelato può sostituire un pasto?
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“Dottoressa, non ho mica voglia di accendere il forno o di cucinare in questi giorni estivi, sa? Fa troppo caldo!”
Ma questa abitudine può essere una scelta salutare?
In realtà NO: dal punto di vista nutrizionale, non è una scelta corretta sostituire il pasto con un gelato.
Il gelato, infatti, è ricco di zuccheri semplici e di grassi, ed è privo di fibre, quindi non può essere considerato un sostituto del piatto completo, che dovrebbe apportare nella giusta proporzione carboidrati complessi (presenti nei cereali integrali, ad esempio), proteine (animali o vegetali), grassi “buoni” (come l’olio extravergine d’oliva) e fibre (contenute nelle verdure, nei legumi e nei cereali integrali).
Un pasto estivo
Proviamo a ragionare assieme su qualche alternativa fresca ma sana ed equilibrata al tempo stesso.
Per contrastare il caldo estivo, un’idea di pasto fresco può essere rappresentata da:
una insalatona con insalata, carote, pompelmo, pomodorini, mais e tonno
insalata di riso nero venere integrale con gamberetti, julienne di zucchine e semi di sesamo
gazpacho classico con crostone di pane integrale e feta
fagioli cannellini con cipolla, pomodorini e olio extravergine di oliva
Alcune di queste idee possono essere preparate la sera prima in porzione doppia o tripla, così da non mettersi ai fornelli proprio tutti i giorni (in questo caso, ricordiamoci di tenere in frigo la quantità avanzata. Mi raccomando!).
Alternative al gelato per pranzo.
Il gelato, allora, è da bandire?
Come abbiamo visto sopra, ci possono essere tante alternative fresche e rapide alla classica pasta al pomodoro fumante.
Ma questo non vuol dire che il gelato debba essere necessariamente eliminato dalla nostra alimentazione. Può essere consumato ogni tanto, come spuntino o come dessert, preferibilmente artigianale.
Un’accortezza può esserci d’aiuto al momento della scelta della gelateria. Ci sono gelati, infatti, che nonostante il caldo rimangono belli solidi e compatti. Questo perché vengono aggiunti grassi idrogenati durante la preparazione, per aumentarne la consistenza. I grassi idrogenati sono nocivi per il nostro organismo in quanto aumentano il rischio cardiovascolare, perciò è consigliabile introdurne il meno possibile.
Cono o coppetta?
Meglio un gelato alla frutta o alla panna?
Le caratteristiche organolettiche e nutrizionali dei vari tipi di gelato variano a seconda delle cosiddette “basi” per gelato che vengono utilizzate, ossia:
Base gialla o base all’uovo per gelati alla crema
Base al latte o base bianca per gelati alla panna
Base acqua o base frutta per gelati alla frutta
Nonostante ci sia questa catalogazione, alcuni gusti di gelato possono essere indifferentemente preparati con una miscela base bianca o base gialla, a discrezione del gelataio. Allo stesso modo, alcuni gelati alla frutta possono essere preparati con una base latte: nel caso di allergie o intolleranze, quindi, è bene chiedere la lista degli ingredienti utilizzati.
In tabella ho riportato i limiti percentuali per bilanciare i vari tipi di miscele per gelato alla crema, alla panna e alla frutta. Come si può notare, i gelati alla frutta con base di acqua contengono solo zuccheri.
Tipo di base per gelato
Zuccheri %
Grassi %
Base gialla
16-22
6-10
Base bianca
16-22
6-10
Base acqua
26-30
0
Le basi del gelato.
Cosa è meglio preferire dipende da anti fattori: dal momento in cui si mangia (se come spuntino o se dopo un pasto), se c’è necessità di controllare la quantità di calorie oppure l’indice o il carico glicemico.