Il farro è un cereale molto antico e probabilmente è la più antica tipologia di frumento coltivato, tant’è che costituiva la base dell’alimentazione dei legionari romani e veniva utilizzato per la produzione di pane, focacce e polente anche per i banchetti di nozze.
Il farro è un pianta molto resistente ed è in grado di crescere anche in condizioni difficili, con temperature basse e terreni poveri di nutrienti. Riesce perfino a resistere a certi tipi di parassiti, per cui non necessita di pesticidi: ecco perché spesso il farro è naturale e biologico. La sua resa, però, non è competitiva, per cui la sua coltivazione è ormai scomparsa e soppiantata da altre piante, tipo il frumento.
Farro benefici per la salute.
Farro cos’è
Per “farro” si intendono tre differenti specie del genere Triticum, ossia:
Farro piccolo o monococco
Farro medio o dicocco (il più usato)
Farro grande o spelta
Così come gli altri cereali, il farro si presenta sotto forma di cariossidi, comunemente detti chicchi, e viene commercializzato in diverse varietà, corrispondenti a differenti processi di lavorazione.
Farro benefici: i valori nutrizionali
Il farro è un ottimo cereale per chi vuole tenere a bada il peso e la glicemia. Infatti, il farro apporta meno calorie della pasta di frumento (su 100g: 335 Kcal VS 350 Kcal) e il suo basso indice glicemico, assieme all’elevata quantità di fibre (6,8 g) aumenta il senso di sazietà.
Il farro contiene glutine, per cui è tra i cereali vietati in caso di celiachia.
Possiamo riassumere i valori nutrizionali per 100g di parte edibile:
15 g di proteine
2,5 g di grassi
67 g di carboidrati
Farro benefici e proprietà
Il farro ha numerose proprietà benefiche, che lo rendono un ottimo sostituto ai cereali più diffusi (da noi, frumento e riso su tutti). Scopriamole insieme.
Farro benefici per la longevità.
DIGESTIONE E STIPSI
Il farro è molto digeribile e contrasta la comparsa di gastrite e reflusso. Inoltre, le fibre in esso contenute aiutano a regolarizzare l’attività dell’intestino in caso di stitichezza. Per lo stesso motivo, non è consigliato a chi soffre di colite (o colon irritabile) e meteorismo.
RADICALI LIBERI
Il farro è ricco di acido fitico, che lo rende un ottimo rimedio per contrastare l’azione dei radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e di forme di degenerazione cellulare come i tumori, in particolare al seno, prostata e colon. Grazie alla sua alta solubilità in acqua, il farro permette al nostro organismo di assorbire meglio le sostanze nutritive in esso contenute.
OSSA FORTI
Il farro contiene molti minerali importanti come zinco, rame, magnesio e selenio che sono indispensabili per un corretto sviluppo delle ossa, aiutando così anche a prevenire l’osteoporosi.
Farro benefici: la ricetta
Il farro è un cereale molto versatile, che può essere utilizzato per piatti caldi e freddi, come primi piatti, zuppe, piatti unici o dolci.
Ho scelto di scrivervi una ricetta semplicissima che ho fatto l’altro giorno anch’io: INSALATA DI FARRO CON FAVE E PISELLI.
Ingredienti per due persone:
140 g di farro
140 g di piselli freschi (o surgelati)
140 g di fave fresche (o surgelate)
1 cipollotto, olio extravergine d’oliva, erba cipollina, sale e pepe.
Farro benefici nel piatto.
Procedimento:
Lavare e cuocere il farro.
Pulire i piselli e le fave e cuocere a vapore per 5 minuti. A cottura ultimata, scolare il farro e condire con l’olio extravergine di oliva e aggiungere i piselli e le fave.
Aggiungere il cipollotto fresco, l’erba cipollina, il sale (poco, mi raccomando!) e il pepe.
Servire l’insalata di farro a temperatura ambiente.
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Lo zenzero è una radice molto utilizzata nella medicina tradizionale ayurvedica, che ormai spopola in tutti i siti e programmi di informazione e divulgazione anche da noi, in Occidente, soprattutto quando si tratta di nutrizione e diete.
Lo zenzero è molto versatile in cucina, infatti può essere utilizzato sotto forma di radice vera e propria o come polvere in numerose ricette e per le più disparate funzioni.
Le proprietà dello zenzero
Zenzero proprietà digestive
Lo zenzero è ricco di principi attivi anti-infiammatori e di sostanze utili per il sistema digestivo: combatte i bruciori di stomaco, aiuta a eliminare i gas nel tratto intestinale e stimola la produzione di succhi gastrici, attivando e favorendo la digestione. Lo zenzero, infatti, è un carminativo naturale, e viene spesso utilizzato sottoforma di infuso per migliorare la digestione dopo un pasto pesanteed è molto utile per il miglioramento di gastrite e ulcera intestinale.
In ambito erboristico, in particolar modo, viene impiegato come rimedio contro la cattiva digestione e per prevenire nausea e vomito, soprattutto quando associati al cosiddetto mal da movimento (in gergo tecnico cinetosi), ma anche per contrastare la nausea da chemioterapia e per gestire le nausee mattutine in gravidanza.
Le proprietà antiemetiche e aiutanti la digestione sono attribuibili ai gingeroli e agli shogaoli, i quali sembrano in grado ai aumentare la produzione di saliva, bile e succhi gastrici, di incrementare la peristalsi intestinale e di ridurre le contrazioni gastriche.
In commercio esistono numerosi integratori a base di zenzero con questo obiettivo. La dose di prodotto può variare a seconda del tipo di prodotto utilizzato e della concentrazione di principi in esso contenuto, perciò è fondamentale leggere per bene quanto riportato sulle confezioni.
Zenzero proprietà per la salute, nascoste in una radice.
Zenzero proprietà anti-influenzali
La radice di zenzero viene utilizzata anche come rimedio naturale per raffreddore e influenza, grazie alle sue caratteristiche di antibatterico e antipiretico, alleviando il mal di gola e la tosse. E’ in grado, infatti, di sciogliere il muco, stabilizzare la temperatura corporea ed aumentare la sudorazione, in modo da espellere in misura maggiore le tossine.
Zenzero proprietà dimagranti
Lo zenzero è un formidabile alleato per chi segue una dieta dimagrante e disintossicante e per chi vuole recuperare la forma fisica perduta: da un lato limita lo stimolo della fame, dall’altro le sue componenti piccanti producono un effetto termogenico, che aiuta ad attivare il metabolismo e lo rende un potente brucia-grassi e calorie.
Inoltre, contribuisce a ridurre la cellulite e i gonfiori.
Lo zenzero è conosciuto da millenni per le sue proprietà.
Zenzero proprietà anti-infiammatorie
La presenza di due gruppi di sostanze anti-infiammatorie chiamate gingeroli e shogaoli conferisce allo zenzero la capacità di alleviare dolori articolari e muscolari, promuovendo il recupero muscolare dopo un intenso allenamento con i pesi, una riduzione dell’infiammazione negli sport di endurance ma anche un miglioramento dei fastidi della sindrome premestruale.
Nello specifico, diversi studi randomizzati hanno evidenziato benefici in caso di assunzione dell’estratto secco qualche giorno prima dell’inizio del ciclo mestruale.
Zenzero proprietà anti-tumorali
Secondo uno studio pubblicato sul Cancer Prevention Research, la radice di zenzero aiuterebbe a ridurre l’infiammazione nel colon, che si crede essere un indicatore di future cellule tumorali, e quindi il rischio di carcinoma del colon-retto.
Controindicazioni dello zenzero
Pur essendo molto utilizzata in cucina, in fitoterapia e in erboristeria, questa radice non è priva di controindicazioni: l’utilizzo dello zenzero è controindicato, infatti, per coloro che soffrono di colelitiasi o di problemi alla coagulazione, in virtù della sua potenziale attività antitrombotica (da evitare, quindi, se si sta seguendo una terapia con farmaci anticoagulanti, per rischio sanguinamento).
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Quali etichette nutrizionali possiamo usare per fare educazione alimentare?
Partiamo dal presupposto che il modo in cui il venditore comunica gli ingredienti sulla confezione di un prodotto è di grande rilevanza per la lettura, la comprensione e l’efficacia nello stimolare comportamenti nutrizionali corretti.
Riflettiamo, ora, su un dato emerso da una recente ricerca in materia (ricerca Nielsen, 2011), ossia che i consumatori hanno una limitata comprensione delle etichette nutrizionali: ben il 59% degli intervistati, infatti, ritengono di non comprendere le etichette nutrizionali dei prodotti che acquistano.
Lo sviluppo di etichette nutrizionali consumer-friendly potrebbe essere un efficace strumento di marketing sociale dal momento che i consumatori sono affamati di informazioni nutrizionali, specie se facili da comprendere.
Le etichette nutrizionali, infatti, dovrebbero essere chiare e comprensibili, per aiutare il consumatore che intende effettuare delle scelte alimentari e dietetiche più consapevoli, così come possono essere considerate un’importante strategia di promozione della salute.
Etichette nutrizionali nel mondo
Esistono diverse tipologie di etichette nutrizionali nel mondo:
etichette testuali (quelle che troviamo nei nostri supermercati),
etichette a semaforo,
etichette a stelle (modello americano e australiano),
etichette ad immagine.
Le etichette testuali prevedono la stesura degli ingredienti utilizzati in ordine decrescente (dall’ingrediente presente in misura maggiore a quello presente in tracce), nonché la tabella nutrizionali precisante la quantità di grassi, zuccheri, proteine e calorie presenti per 100g di prodotto (e, volte, anche per porzione di consumo consigliata).
TESTUALI
Etichette nutrizionali testuali.
A SEMAFORO
Le etichette a semaforo prevedono l’indicazione delle calorie del prodotto all’interno di una forma colorata in tre diverse tonalità alternative: rosso per il prodotto ipercalorico, arancione per un prodotto mediamente calorico e verde per un prodotto ipocalorico.
Etichette nutrizionali a semaforo.
A STELLE
Il formato icona con ranking prevede degli standard nutrizionali che un prodotto deve soddisfare per meritare una stella, ossia un punto. Il prodotto che soddisfa tutti gli standard nutrizionali richiesti riceve il numero massimo di stelle (3 o 5 a seconda del Paese).
Etichette nutrizionali a stelle.
A IMMAGINE
Le etichette a immagine, invece, prevedono l’impiego di silhouette maschili o femminili di massa corporea correlata alle calorie del prodotto. Nel caso di un prodotto ipercalorico, la silhouette associata ha una dimensione corporea maggiore rispetto a quella abbinata ad un prodotto ipocalorico.
Etichette nutrizionali a immagini.
Quali strategie adottare?
Diversi studi hanno dimostrato che le prime tre tipologie di etichette NON scoraggiano la scelta di prodotti ipercalorici (snack dolci e salati, ad esempio): in questo senso è molto più efficace l’etichetta ad immagine, in quanto evoca una risposta emotiva maggiore. Al momento non tutte le tipologie di etichette sono utilizzate in Europa e in particolare in Italia, come avete potuto notare facendo la spesa: a parer mio, però, integrare le “nostre” etichette testuali con quelle ad immagine potrebbe aiutare a capire come si può trasformare il corpo nel tempo se viene consumato abitualmente quel determinato tipo di alimento (anche se carente dei consigli per uno stile di vita attivo).
Vorrei aggiungere in queste conclusioni, un nuovo tipo di etichettatura che è al vaglio a partire dall’Unione Europea.
Molto discusso anche nei talk show e nei telegiornali, in quanto potrebbe rappresentare un ipotetico danno per i nostri prodotti Made in Italy, sto parlando del Nutri-score: un sistema di etichettatura degli alimenti sviluppato in Francia e pensato per semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare attraverso l’utilizzo di due scale correlate. Queste due scale sono una cromatica, divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso, ed una alfabetica, comprendente le cinque lettere dalla A alla E.
A mio avviso è un etichettatura che dà un giudizio, un voto, più che dare informazioni sul prodotto, e finisce per discriminare i prodotti ricchi in grassi senza fare un distinguo tra grassi “buoni” e grassi “cattivi”.
Le leggi dell’UE non consentono di imporre il proprio sistema di etichettatura degli alimenti a titolo obbligatorio. Ciò nonostante, la UE propone un’etichettatura nutrizionale obbligatoria per tutta l’Europa entro il 2022 e Nutri-score è uno dei candidati. Vedremo cosa succederà e che decisioni verranno prese!
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Se volete sapere che cos’è il tofu siete capitati nell’articolo giusto.
Spesso le domande che si sentono fare sono:
tofu cos’è?
a cosa assomiglia il tofu?
che ingredienti ci sono nel tofu?
come si produce il tofu?
come si mangia il tofu?
Proviamo a fare un pò di chiarezza.
Il tofu è un alimento vegetale molto consumato in varie nazioni dell’estremo oriente (dalla Cambogia al Vietnam, passando per Cina e Giappone) da centinaia di anni, ma fece la sua comparsa in Europa soltanto nel XVI secolo.
Ma che cos’è il tofu esattamente? Quali ingredienti lo compongono?
Il tofu è il risultato della cagliatura del latte di soia e le procedure di preparazione sono molto simili a quelle utilizzate per ottenere il formaggio dal latte vaccino. Il caglio utilizzato per la cagliatura può essere di vario tipo e sarà proprio la varietà scelta a determinare le caratteristiche organolettiche del prodotto finale: dal sapore all’odore alla consistenza, ma anche il contenuto, ad esempio, di calcio.
Per conservarlo, è necessario tenerlo in frigorifero, immerso in una ciotola colma di acqua da cambiare quotidianamente ed è di fondamentale importanza consumarlo entro una settimana circa.
Negli ultimi anni il tofu ha creato curiosità sia tra i consumatori (soprattutto chi ha desiderio di passare ad una alimentazione vegetariana o vegana, ma anche chi è curioso di sperimentare e di provare contaminazioni culinarie) sia nel mondo scientifico.
Vegetariani e vegani sanno che cos’è il tofu, e a loro piace molto anche per l’origine del termine tofu, che in giapponese significa “carne senza ossa“.
Tofu calorie
Il tofu deriva dalla soia, che è un legume, quindi è un alimento proteico, totalmente vegetale, non contiene colesterolo e i grassi presenti sono pressoché tutti insaturi.
Ma quante proteine ha 100 g di tofu ? Circa 8/10 g su 100 g di prodotto.
Tofu calorie esempio
Questo significa che il tofu può rappresentare un’interessante alternativa alle proteine animali di carne e formaggio ed aiuta ad abbassare il colesterolo e il rischio di aterosclerosi e ipertensione. Inoltre, contiene isoflavoni della soia, che aiutano a prevenire l’osteoporosi e a ridurre i sintomi della menopausa.
Il tofu non contiene glutine e ha un indice glicemico basso (15), perciò può essere consumato anche da chi soffre di celiachia e di diabete.
Che cos’è il tofu e come utilizzarlo nella preparazione dei vostri piatti.
Il tofu in cucina
Il tofu è un alimento molto versatile, in quanto ha un sapore neutro ed è in grado di assorbire i sapori degli alimenti con cui viene cucinato. Volendolo paragonare ai formaggi comuni, potrebbe ricordare un po’ un primosale.
Sapore del tofu
Il tofu può essere consumato sia cotto sia crudo, per creare condimenti o secondi piatti, ma anche nella preparazione dei dolci. Oltre al tofu neutro, in commercio si possono trovare numerose versioni aromatizzate (all’aglio, al basilico, al pomodoro, ecc), che rendono le preparazioni più invitanti ed appetibili.
Il tofu fresco, essendo tendenzialmente più morbido, è adatto alla preparazione di salse e condimenti, il tofu conservato è più adatto alla cottura. Lo si può cuocere alla griglia, insaporendolo o meno con qualche salsa, oppure versarlo a pezzetti nelle minestre. Ma anche farlo bollire o friggere (quest’ulima cottura, non troppo salutare).
Quando si parla di soia e derivati bisogna ricordare che è consigliato preferire la versione biologica, per evitare il rischio di incorrere in soia geneticamente modificata (OGM). In ogni caso, è bene non esagerare con il consumo di soia e derivati (e quindi anche del tofu), introducendo nella dieta quotidiana anche le forme più classiche di legumi, ad esempio fagioli, lenticchie, ceci, piselli e fave.
Ricordiamo che cos’è il tofu: un derivato della soia. Come si può dedurre, il tofu non può essere consumato da chi soffre di allergia alla soia ed è sconsigliato il suo consumo frequente anche per chi soffre di ipotiroidismo.
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Molti disturbi alimentari non riguardano davvero il cibo, ma la fame da stress.
I libri sull’alimentazione e i vari specialisti parlano di ciò che si mangia, consigliano di cambiare abitudini alimentari, ma non spiegano, purtroppo, il motivo per il quale si consuma troppo cibo. A volte, infatti, il punto non è tanto cosa/quanto si mangia durante i pasti, ma le calorie introdotte a causa della fame da stress (o fame nervosa).
Anche la vita moderna ci mette del suo per NON aiutare a risolvere il problema: i ritmi sono così frenetici che molte persone vivono la giornata in maniera disconnessa, inconsapevole di tutti quei sentimenti che le portano a mangiare per ragioni emotive.
Soltanto quando si è veramente consapevoli di ciò che si prova e si affrontano i propri sentimenti senza giudicarli si può scoprire modi sani di gestire qualunque tipo di disagio si stia cercando di alleviare con il cibo.
Vediamo insieme DIECI modi per calmare le nostre emozioni senza ricorrere al conforto del cibo.
1 – AUMENTARE LA CONSAPEVOLEZZA
Invece di compiere tutte le nostre azioni in modalità “pilota automatico”, cerchiamo di svolgere ogni attività con piena consapevolezza. Essere consapevoli del proprio corpo e delle sue sensazioni farà in modo di essere meno vulnerabili alla fame da stress.
Un esempio? Facciamo una passeggiata consapevole: facciamo attenzione ai piedi che toccano terra, ai profumi che sentiamo, ai colori che vediamo.
2 – MEDITAZIONE
L meditazione offre numerosi benefici sia fisici che psicologici, in particolar modo, rallentando la respirazione e il battito cardiaco, si abbassa la pressione sanguigna e si rilassano i muscoli. Ne consegue una diminuzione dell’ansia e un aumento della calma e della concentrazione.
Come fare? Un modo per meditare è concentrare tutta la nostra attenzione su un singolo punto, che può essere un’immagine o un oggetto, per tutto il tempo necessario a calmarsi.
3 – ESERCIZI DI RESPIRAZIONE
La respirazione consapevole allontana l’attenzione dai pensieri che ci turbano e dallo stress. Focalizzandoci sui cambiamenti del corpo durante la respirazione, ci rilassiamo e siamo più lucidi e razionali.
Quanto tempo? La respirazione consapevole può durare da un minuto a molto di più, a seconda delle necessità.
4 – SCRIVERE UN DIARIO
Tenere un diario aiuta a capire le vere motivazioni della fame da stress, a volte può essere addirittura illuminante. Inoltre, è clinicamente dimostrato essere uno strumento per confortare sé stessi. È un metodo semplice e poco costoso ed aiuta a riflettere sulla propria situazione in modo più positivo e realistico.
Una dritta? Scriviamo senza correzioni, senza censure e senza cancellare, semplicemente seguiamo il flusso dei nostri pensieri.
Ridere fa bene!
5 – FARSI UNA RISATA
L’umorismo è uno strumento terapeutico estremamente potente : è un modo efficace di affrontare alcuni tipi di dolore e può essere sorprendentemente guaritore. Quando si inizia a ridere, i movimenti fisici creano una cascata di reazioni nel corpo: il cervello invia segnali di relax al corpo, mentre allo stesso tempo vengono rilasciati particolari neurotrasmettitori che ci aiutano a provare piacere.
Qualche idea su come fare per iniziare? Noleggiamo un film comico o attacchiamo una nostra foto buffa al frigorifero.
6 – SUDARE
Con il movimento, il corpo produce e libera delle sostanze chimiche del benessere, come le endorfine e i neurotrasmettitori, che migliorano l’umore.
Poco tempo a disposizione? Balliamo per una canzone intera o facciamo quaranta salti alzando le braccia e divaricando le gambe durante gli spot pubblicitari.
7 – LAVARE VIA LO STRESS
L’idroterapia esiste fin dai tempi degli antichi Romani, che costruivano terme sia per fare il bagno che a scopo terapeutico per disturbi fisici. Un bel bagno caldo ci massaggia e ci rilassa.
Non siamo a casa per poterci fare una doccia calda? Possiamo andare comunque in bagno e mettere le mani sotto il getto dell’acqua calda.
8 – ARTISTI CON LE MANI
Fare qualcosa di creativo stimola il cervello in modi nuovi e tiene le mani occupate. Inoltre, vedere una creazione prendere forma può essere rivitalizzante, motivante e soddisfacente.
Qualche esempio? Possiamo provare con il lavoro a maglia, la ceramica, la pittura, i puzzle, e chi più ne ha più ne metta!
9 – ESTIRPARE LA FAME da stress
Giardini e orti stimolano le nostre capacità di prenderci cura di qualcosa. Inoltre, le piante utilizzano l’anidride carbonica regalandoci ossigeno.
Non abbiamo spazio? Possiamo tenere una pianta in ufficio o sul balcone.
Un animale domestico aiuta a stare meglio.
10 – L’AMORE DI UN QUATTROZAMPE
Gli animali domestici hanno un grande potere curativo e un incredibile valore terapeutico. Con un quattro zampe puoi avere un’amicizia affidabile e sicura, senza ricatti né offese.
Non abbiamo un animale domestico? Possiamo portare a spasso il cane del nostro vicino di casa, oppure fare volontariato in un canile/gattile.
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La marinatura è un metodo di preparazione che non necessita di particolari abilità culinarie e che consiste nel far riposare un ingrediente (carne, pesce o verdure) in un liquido piuttosto acido , il quale ne trasforma la struttura, ne modifica il sapore e, in un certo senso, lo “cuoce”.
Questa tecnica di cucina tradizionale è oggigiorno troppo poco sperimentata, ma permette di preparare piatti sani e digeribili, e che si possono conservare più a lungo. Infatti, dopo una lunga giornata lavorativa, quando si ha poco tempo (o voglia) di fare la spesa o di cucinare, avere a disposizione pesce, carne o verdure marinati è un ottimo aiuto per salvare la cena!
Le pietanze marinate sono anche un’ottima idea per mantenersi in linea, in quanto questa tecnica permette di non eccedere con i condimenti grassi come olio e burro.
Quali liquidi usare per la marinatura?
Una tipica marinatura è composta da tre tipi di ingredienti:
acidi, per esempio il vino, l’aceto, il succo di limone o la birra: essi scompongono le proteine presenti nell’alimento lo rendono più tenero;
oli, solitamente olio extravergine d’oliva: essi trattengono il sapore e l’acqua, evitando che questa venga persa durante la cottura vera e propria;
aromi, come spezie ed erbe (cipolla, timo, aglio, origano, rosmarino, ecc): aggiungono sapore alla pietanza.
Il liquido per marinare dipende molto dal gusto personale, ma secondo me delle accoppiate vincenti possono essere pesce e limone, verdure e aceto, carne e vino rosso!
Marinatura: un tocco in più ai tuoi piatti
Come preparare una buona marinatura
Si possono marinare molti alimenti, e per farlo basta riempire il contenitore con la marinata con l’alimento da marinare: non dimenticare, è fondamentale che i cibi siano completamente ricoperti dalla marinata!
Per quanto riguarda l’ingrediente di base, dipende anche qui dai gusti personali; dopo aver riempito il recipiente devi ricoprirlo con una pellicola e metterlo in frigorifero per il tempo necessario (almeno una bella mezz’ora). La pietanza può essere consumata dopo averla lasciata riposare altri dieci minuti fuori dal frigorifero, oppure si può passare alla cottura.
Il liquido della marinata NON DEVE ESSERE RIUTILIZZATO per altre preparazioni, se non dopo cottura.
Quale materiale utilizzare per i contenitori?
I materiali più adatti allo scopo sono la ceramica, la porcellana, il vetro e il pyrex. Evita, invece, la plastica e il metallo, in quanto durante la marinatura potrebbero cedere sostanze dannose agli alimenti a contatto con ingredienti acidi.
Quali sono i tempi giusti per la marinatura?
Anche se la vista ed il tatto ci possono dare le informazioni più dettagliate, ci sono dei tempi indicativi per ciascun alimento, in base al tipo e alla dimensione:
dalle 4 alle 6 ore per la carne rossa (manzo)
dalle 2 alle 4 ore per pollo, tacchino e maiale
da mezz’ora ad un’ora per i filetti di pesce
mezz’ora per le verdure.
Marinare gli alimenti è, se vogliamo dirlo, anche una tecnica semplice per nascondere talvolta i difetti della materia prima.
In realtà, la marinatura è un mondo molto articolato che permette di esaltare le sfumature sensoriali che caratterizzano secondi piatti e verdure, e dà la possibilità al cuoco di giocare con i sapori e gli ingredienti, per esaltarne le caratteristiche. Per i neofiti, però, il rischio di rovinare la cena è dietro l’angolo, quindi è meglio, inizialmente, seguire alla lettera delle ricette già ben consolidate! Nonostante questa “ramanzina”, so che siete pronti a provare la cottura a freddo.
La mia ricetta preferita è la tartar di manzo, con marinatura a base di olio extravergine di oliva, limone e brandy. Le quantità? A sentimento, ovvio!