Quanto dovrei pesare?

Quanto dovrei pesare?

>> Dottoressa, quanto dovrei pesare? Quale dovrebbe essere il mio peso ideale? <<

>> Se sono alta 1.65 quanto dovrei pesare? <<

>> Che peso dovrei avere in base alla mia altezza?<<

Queste sono tre delle domande che mi vengono fatte molto spesso quando sono in ambulatorio. E io non rispondo quasi mai.

Non perché non sappia la risposta, bensì perchè bisogna sempre fare un distinguo.

Peso ideale cos’è

Il peso ideale è un numero derivato da un mero calcolo, correlato al BMI (Body Mass Index, ossia l’indice di massa corporea): un indice che valuta il rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza. Da questo calcolo si può rientrare nella categoria di sottopeso (se BMI inferiore a 18,5), normopeso (se BMI compreso tra 18,5 e 24,9), sovrappeso (se BMI compreso tra 25 e 29,9) oppure di obesità (se BMI superiore a 30. Non analizzo in questo articolo i diversi gradi di obesità).

Ma questo numero non permette di dirci nè la distribuzione del grasso, nè la composizione corporea, nè la proporzione tra la massa grassa e la massa magra, ossia la componente corporea che comprende l’acqua, le ossa, i muscoli, i tessuti connettivi, le riserve di glicogeno e i minerali.

Inoltre, il BMI non misura il livello di benessere e di qualità della vita (e questo è un altro argomento molto dibattuto che riprenderemo in un altro articolo).

Ecco perché quando si decide di intraprendere un percorso nutrizionale per perdere peso, l’errore più comune è di basarsi esclusivamente sul peso riportato dalla bilancia: il peso riferito dalla bilancia di per sè ha uno scarso valore diagnostico, dato che non differenzia se la perdita di peso è dovuta al tessuto adiposo o alla massa muscolare. La BIA (ossia la bioimpedenziometria) è lo strumento che ci permette di misurare la composizione corporea.

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Il peso ideale non esiste.

Peso ideale, calcolare peso forma e composizione corporea

Per dimagrire correttamente, bisogna perdere massa grassa, mantenendo o incrementando la massa magra. Il metodo più efficace per ottenere questo risultato, mantenendo i risultati nel tempo, è la combinazione di esercizio fisico e alimentazione bilanciata, evitando diete restrittive, che eliminano alimenti o intere categorie di alimenti. Con diete di questo tipo i chili persi possono essere molti ma quello che si perde sono l’acqua corporea e la massa muscolare, e non la massa grassa, con il risultato di aumentare di peso rapidamente cosi come si è perso, quando si riprende a mangiare “normalmente”. 

Uomini o Donne: c’è differenza per il calcolo del peso corporeo?

Per calcolare il peso corporeo ideale bisogna ricordare che le donne sono fisiologicamente diverse rispetto all’uomo, in particolar modo hanno una percentuale di massa grassa maggiore e che all’aumentare dell’età, purtroppo,
si tende a perdere massa muscolare, ossia massa magra.
Possiamo avere alcune indicazioni di massima che riassumiamo nella seguente tabella, ricordando che non sono solo i numeri che definiscono la salute ed il benessere delle persone.

UOMINI con età dai 25 anni in suDONNE con età dai 25 anni in su
Media valori indicativi
Altezza (m)Peso Ideale (kg)Altezza (m)Peso Ideale (kg)
1.5551-591.4242-49
1.5852-601.4543-50
1.6054-621.4744-51
1.6355-631.5045-53
1.6556-651.5246-54
1.6858-671.5548-55
1.7060-691.5749-57
1.7262-711.6050-59
1.7564-731.6352-61
1.7765-751.6554-63
1.8067-771.6855-64
1.8569-791.7057-67
1.8771-821.7359-69
1.9073-841.7561-70
1.9374-861.7863-72
Tabella rapporto peso altezza

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Quanto dovrei pesare ? Come calcolare il tuo peso ideale ?

MA QUINDI, NON E’ POSSIBILE SAPERE QUANTO DOVREI PESARE?

>> Se sono alta 1.60 quanto dovrei pesare? <<

>> Chi è alto 1.55 quanto dovrebbe pesare? <<

>> Qual’è il mio peso ideale? <<

>> Quando raggiungerò il mio peso forma? <<

>> Come fare il calcolo del peso ideale se sono donna?<<

Invece di pensare a quanto pesare, facciamo un’altra riflessione e introduciamo un altro concetto: il peso realistico.

Ipotizziamo di riuscire a raggiungere il peso ideale o peso forma (qualsiasi cosa questo significhi): come ci arriviamo? Facendo i salti mortali o in salute? E riusciamo a mantenerlo?

Non sempre il peso ideale, che si tratti di uomo, donna o bambino, infatti, corrisponde al peso realistico, ossia quel peso che possiamo raggiungere e mantenere, in salute (sia fisica che mentale)! 

L’obiettivo, per quanto mi riguarda, deve essere raggiungere l’equilibrio, e ognuno ha il proprio. Ognuno ha la propria storia, il proprio percorso, i propri bisogni, indipendentemente dalla “categoria” di peso ideale. 

NO, NON AVRAI RISPOSTA ALLA DOMANDA PRECISA “QUANTO DOVREI PESARE”!

In virtù di queste riflessioni, io non ti dirò mai quanto pesare, non ti dirò fai questa dieta e basta, non ti darò un numero tassativo da raggiungere, io ti indico il range di peso che potrebbe essere salutare per te, la via e gli strumenti per star bene, ma soprattutto per volerti bene. Perché, il principio di base, è che tu ti devi voler bene, indipendentemente dal tuo peso.

Se la questione “Quanto dovrei pesare” per te è particolarmente importante e vuoi capirne un po’ di più, oppure vuoi semplicemente avere ulteriori informazioni o iniziare un percorso di consulenze personalizzate, anche online, che ti portino a raggiungere il tuo peso ideale, ti invito a contattarmi qui.

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Test Bia e composizione corporea

Test Bia e composizione corporea

 

Test BIA cos’è ?

Test BIA, o biompedenziometria, è un esame di tipo bioelettrico, a basso costo, rapido e non invasivo, utile per conoscere la composizione corporea di un soggetto e per valutarne, quindi, lo stato nutrizionale, sia in condizioni fisiologiche che patologiche.

E’ una delle metodiche strumentali più attendibili sul mercato, e permette di rilevare:

  • la massa grassa (FM)
  • la massa magra (FFM)
  • l’acqua corporea (BCM)

 

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Il peso corporeo è la somma di tutti i componenti corporei.

Come si effettua il Test BIA?

La misurazione della composizione corporea viene effettuata posizionando una coppia di elettrodi sul dorso della mano ed un’altra coppia sul dorso del piede del soggetto (tecnica tetra-polare mano-piede); gli elettrodi sono collegati, grazie a dei morsetti, allo strumento di misurazione.

Attraverso gli elettrodi si fa passare una corrente alternata, impercettibile, di bassissima intensità ed alta frequenza che, viaggiando lungo il corpo, incontrerà resistenze diverse a seconda della composizione dei vari distretti corporei. La BIA si basa, infatti, sul principio che le diverse tipologie di tessuto esprimono una conduttività elettrica specifica, tale da renderle riconoscibili.

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Esempio di test BIA con tecnica tetra-polare mano-piede.

Il bioimpedenziometro registra la velocità della corrente e le sue modificazioni e quindi fornisce i dati elettrici rilevati al software, che li elabora, sulla base di algoritmi che tengono conto dei valori di riferimento della popolazione, delle misure antropometriche del soggetto (peso e altezza), della sua età e del sesso.

Test BIA, perchè è importante farlo

Prima di intraprendere qualsiasi percorso nutrizionale o programma di attività fisica è fondamentale eseguire la BIA, perché se si conosce la composizione corporea, è possibile stimare lo stato fisico, il grado di sovrappeso o obesità, lo stato nutrizionale, lo stato di idratazione, il metabolismo basale e il relativo dispendio energetico.

Grazie ai dati forniti dal bioimpedenziometro, è possibile veramente personalizzare ed individualizzare i consigli alimentari e la scheda di allenamento; inoltre il monitoraggio a distanza di qualche tempo permette di adattare le indicazioni nutrizionali di partenza e  valutare l’efficacia del piano alimentare e di allenamento in base agli obiettivi del soggetto.

Affidarsi semplicemente al peso mostrato dalla bilancia, infatti, è riduttivo, sia in partenza che poi lungo il percorso nutrizionale. Il peso, ad esempio, non ci dà una misura dello stato di salute, nè la valutazione della qualità della vita nè, tantomeno, della performance sportiva dell’atleta.

Prova un attimo a pensarci: se dopo un mese di “dieta” hai perso 5Kg, sai cosa hai perso? No, ovviamente, perché la bilancia non ci dà questa informazione!

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Ogni disciplina sportiva necessita di composizioni corporee diverse.

In ambito sportivo, inoltre, il test BIA è particolarmente importante, in quanto ci permette di dare la giusta impostazione agli allenamenti, monitorare la variazione della massa magra e della massa grassa e controllare lo stato di idratazione, e, in ultima battuta, la performance sportiva. 

A mio avviso è importante ricordare come, parlando di sport, ciascuna disciplina sportiva necessiti di proporzioni diverse tra le diverse componenti corporee. Non sempre, ad esempio, grandi masse muscolari sono utili e finalizzate al movimento atletico richiesto. Anzi, possono addirittura risultare controproducenti, in quanto hanno un loro peso, e questo può provocare un rallentamento (se parliamo di velocità) o una minore elasticità.

Il test BIA è un ottimo alleato in particolar modo per la valutazione dello stato di idratazione dell’atleta: in questo caso, sì, sappiamo che una perdita di liquidi pari all’1-2% del peso corporeo può provocare un abbassamento delle performance fisiche del 20%, oltre alla diminuzione della concentrazione e della stabilità emotiva, alla compromissione della termoregolazione e all’aumento della frequenza cardiaca e respiratoria (per non parlare dell’apatia, della nausea e della sonnolenza).

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La pizza fa ingrassare?

La pizza fa ingrassare?

Nel momento in cui si vuole stare attenti alla linea, il primo alimento che viene eliminato o, comunque sconsigliato, è la pizza, croce e delizia dell’alimentazione di noi italiani amanti dei carboidrati. 

Questo succede perché la pizza fa ingrassare. Ma è proprio così?

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La regina pizza.

Gli ingredienti della pizza

Per poter andare a ragionare su quanto possa incidere una pizza nella nostra dieta quotidiana, si deve partire dagli ingredienti.

Classicamente, l’impasto della pizza viene fatto con:

  • la farina (di tipo 0, 00 o integrale)
  • il lievito di birra
  • il sale
  • acqua q.b.

Il condimento, invece, è libero, e ognuno si sbizzarrisce in pizzeria a scegliere quello che più gli piace: dalla classica margherita con salsa di pomodoro e mozzarella, alla vegetariana con le verdure, dalla capricciosa con prosciutto cotto, carciofini, funghi e olive nere, alla boscaiola con soppressa e chiodini.

Ovviamente, a seconda dei condimenti che si vogliono utilizzare, le calorie cambiano, e anche di molto!

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La pizza fa veramente male?

Le calorie della pizza

La pizza margherita, cioè la più semplice, apporta circa 270 Kcal per ogni 100 g: tenendo conto che questa stessa pizza pesa circa 300 g, si può calcolare rapidamente le calorie totali. Una pizza margherita così come ci arriva sul piatto in pizzeria contiene circa 800 Kcal.

E le altre pizze?

Di seguito vi elenco le calorie medie delle pizze più comuni riferite, sempre, a 100 g:

  • pizza bianca (senza pomodoro): 292 Kcal
  • pizza vegetariana: 300 Kcal
  • pizza quattro stagioni: 620 Kcal
  • pizza margherita con salsiccia: 650 Kcal
  • pizza ai 4 formaggi: 700 Kcal

Nelle pizze con formaggi e salumi, come si può ben immaginare, abbiamo un elevato contenuto di grassi, che mediamente si attesta attorno ai 20-25 g per ogni 100 g di pizza.

Ma allora la pizza fa ingrassare veramente? Messa sul piano delle calorie, infatti, sembra che la pizza sia un cibo assolutamente da evitare, soprattutto se si vuole perdere peso: in realtà, ogni tanto è possibile concedersi un’eccezione per soddisfare il palato e, perché no, lo spirito.

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La pizza ingrassa? Dipende!

Accorgimenti per una pizza più “salutare”

Stiamo cercando di capire se la pizza fa ingrassare oppure no. Per non sentirsi troppo in colpa e per non veder lievitare il girovita, è possibile preparare una pizza più “salutare” seguendo alcuni piccoli accorgimenti.

1-Utilizzare farine integrali per l’impasto

Consumare alimenti ricchi in fibre e a basso indice glicemico aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue e a garantire la sensazione di sazietà.

2-Ridurre il formaggio

Come detto prima, se utilizziamo i formaggi come condimenti, aumentano sia le calorie che i grassi totali, responsabili, tra gli altri, di aumentare il rischio di patologie cardiovascolari.

3-Aumentare le verdure

Un condimento ipocalorico e salutare può essere costituito dalle verdure (di solito vengono preferite melanzane, e zucchine grigliate), che aumentano la quota di fibra del piatto.

4-Diluire la frequenza

Quello che consiglio io è di non mangiare la pizza ogni settimana (tipica abitudine del sabato sera della famiglia media italiana), ma una volta ogni 15 giorni e…

…di non pesarsi il giorno dopo, perché 1 chilo in più è quasi scontato (anche se non di grasso ma di ritenzione idrica) !

Conclusione, la pizza fa ingrassare?

Allora, la pizza fa ingrassare o no?

La pizza è un ottimo piatto unico, completo perché contiene carboidrati, grassi e proteine, anche se da non consumare quotidianamente.

Naturalmente, è meglio scegliere una pizza semplice ed evitare aggiunte di formaggi o affettati: le migliori sono le pizze con le verdure, che completano il pasto con fibre, vitamine e minerali, abbassando il carico glicemico e saziando di più.

Possiamo dire che in assoluto non è vero che la pizza fa ingrassare, così come non lo si può dire di nessun altro alimento. Va sempre tutto contestualizzato, nella giornata, nella settimana, nel mese, anche in base alle esigenze e al dispendio energetico.

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La dieta del ballerino

La dieta del ballerino

Una sana alimentazione dovrebbe essere una regola per chiunque, a maggior ragione per chi al proprio corpo chiede performance di alto livello. La dieta del ballerino è importante tanto quanto la dieta del calciatore o dello sciatore.

I ballerini, infatti, sono da considerarsi a tutti gli effetti degli atleti e come tali, per svolgere tutte le attività previste dalla danza e dalle diverse discipline di ballo (lezioni, prove, spettacoli o gare), hanno bisogno di alimentarsi in maniera adeguata per poter essere in buona salute, aumentare la performance in pista e, nel caso di bambini e adolescenti, favorire una crescita armoniosa.

Purtroppo, in questo ambito c’è molta disinformazione e lo studio che vi vado a presentare ne è una prova. Cerchiamo di utilizzare i dati emersi per capire quale sia l’ideale dieta del ballerino.

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La dieta del ballerino classico e sportivo.

STATO NUTRIZIONALE E PERFORMANCE NELLA DANZA SPORTIVA

Un interessante studio, infatti, ha indagato l’importanza di una corretta alimentazione nella danza sportiva, attività di destrezza caratterizzata da un notevole impegno muscolare che comporta un impegno metabolico sia di tipo aerobico che anaerobico.

La dieta del ballerino sotto la lente di ingrandimento insomma.

Tale studio ha selezionato un gruppo di ballerini professionisti di età compresa fra i 14 e i 25 anni (maschi e femmine; dalla classe B1 alla classe International) e ha indagato:

  • idratazione e composizione corporea, mediante Bioimpedenziometria;
  • introito calorico e abitudini alimentari (giorno di allenamento, giorno di gara e giorno di riposo), mediante questionario di frequenza di assunzione degli alimenti e diario alimentare;
  • dispendio energetico, mediante Sensewear Armband (Holter metabolico);
  • variazioni di peso e idratazione prima e dopo una sessione di allenamento.

I RISULTATI hanno evidenziato come la maggior parte dei ballerini non abbia un apporto calorico e nutrizionale adeguato all’attività fisica sostenuta e come ciò risulti correlato a un’aumento di massa grassa pur mantenendo il peso contenuto: va infatti precisato che diete ipocaloriche prolungate e sbilanciate, in caso di intensa attività fisica possono indurre una perdita della massa muscolare, con conseguente aumento della fatica e del rischio di infortuni.

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Dieta del ballerino in allenamento e in gara.

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Ideale dieta del ballerino

Gli allenamenti dei ballerini sono molto impegnativi dal punto di vista fisico e richiedono un corretto apporto di nutrienti durante le diverse fasi preparatorie come pure nel momento della gara o esibizione:

  • acqua
  • carboidrati, circa il 55-60% 
  • proteine, circa il 12-15%
  • grassi, circa il 20-30%

(percentuale rispetto al dispendio energetico dell’atleta)

Come si può ben pensare, l’alimentazione deve essere personalizzata e calibrata in base allo stato nutrizionale di partenza, al tipo di ballo praticato, nonché alla durata e all’intensità dell’allenamento.

COSA MANGIARE NEL PRE-GARA

La dieta del ballerino necessita di essere adattata anche in base al momento dell’anno in cui siamo.

Il pasto pre-gara dovrà essere effettuato 3-4 ore prima della gara e deve essere ben digeribile, sufficientemente energetico e costituito prevalentemente da carboidrati complessi. Un esempio potrebbe essere un piatto di riso integrale con sugo di verdure o di pesce.

Nel pre-gara non bisogna mai dimenticare l’importanza di un adeguato apporto idrico: circa 500-700 ml di acqua nelle due-tre ore precedenti alla competizione

COSA MANGIARE DURANTE GARE O ESIBIZIONI LUNGHE

Se la competizione ha una durata molto lunga e ci sono numerosi intervalli tra una performance e un’altra sarà fondamentale intervenire con dei piccoli accorgimenti utili per garantire un recupero ottimale e a non compromettere la performance successiva: prima di tutto fondamentale è un adeguato apporto idrico, circa 200 ml ogni 15 minuti. È utile, inoltre, rifornire l’organismo dei sali minerali persi e ripristinare le scorte energetiche a livello muscolare attraverso l’assunzione di bevande energetiche, frutta o barrette.

COSA MANGIARE DOPO LA GARA

Per quanto riguarda il pasto vero e proprio successivo alla gara deve garantire il ripristino dell’energia spesa durante la competizione, deve apportare una buona dose di carboidrati, proteine, grassi, vitamine e sali minerali. Se la gara avviene in mattinata o nel pomeriggio, rispettivamente il pasto post-gara può coincidere con il pranzo o con la cena. In questi casi l’atleta può effettuare un pasto completo caratterizzato da un secondo piatto quale carne, pesce, uova accompagnato da pane e un contorno abbondante di verdura, oppure da un minestrone con pasta o riso.

Integratori sì o no?

La dieta del ballerino non esclude ma non necessita di integratori al tempo stesso.

Se il soggetto ha un’alimentazione varia e bilanciata in genere non avrà bisogni di integratori di vitamine e sali minerali, il consumo quotidiano infatti di frutta e verdura (3-5 porzioni al giorno), unitamente ad una dieta equilibrata, è generalmente in grado di coprire il fabbisogno giornaliero di micronutrienti anche di uno sportivo.

Va valutato caso per caso, la presenza di deficit nutrizionali e il conseguente ricorso ad integratori.

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Dieta del ballerino: cosa non fare.

ERRORI DA EVITARE

1- Saltare i pasti: al pasto successivo il tuo corpo cercherà di recuperare dal cibo tutto quello che non gli hai dato prima;

2- Alimentarsi con un solo gruppo alimentare;

3- Abolire carboidrati e grassi;

4- Sostituire la regolare alimentazione con barrette dietetiche.

5- Tagliare drasticamente le calorie e ridurre il cibo: significa togliere energia ai muscoli. A lungo andare questo può provocare danni permanenti.

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Che differenza c’è tra Dietologo, Dietista e Nutrizionista

Che differenza c’è tra Dietologo, Dietista e Nutrizionista

Quando si vuole intraprendere un percorso alimentare per migliorare la propria condizione fisica e/o di salute spesso si è di fronte ad un dubbio amletico: quale figura professionale scegliere tra dietologo, dietista e nutrizionista? E che differenze ci sono? Proviamo a fare un po’ di chiarezza!

Il Dietologo è un medico, con laurea in Medicina e Chirurgia, e specializzazione di 4 anni in Scienze dell’Alimentazione. Viene anche detto medico nutrizionista.

IL DIETOLOGO COSA FA

Rientra nella competenza del dietologo la valutazione clinica, la diagnosi, il trattamento e l’elaborazione delle diete, nonché la prescrizione di integratori e farmaci al bisogno.

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Dietologo cosa fa.

IL DIETISTA

Il Dietista è un operatore sanitario individuato dal Decreto del Ministero della Sanità del 14 settembre 1994, in possesso della laurea triennale in Dietistica (L/SNT/3). Questa laurea fa parte delle lauree sanitarie triennali della facoltà di Medicina e Chirurgia e rientra nella Classe delle PROFESSIONI SANITARIE TECNICO-ASSISTENZIALE.

L’accesso al corso è a numero chiuso e prima della discussione della tesi è obbligatorio superare l’esame di stato che consente l’esercizio della professione.

IL DIETISTA COSA FA

Il dietista può svolgere numerose attività, che riguardano non solo l’elaborazione delle diete per soggetti sani e malati in ambulatori privati od ospedali, ma si estendono al controllo dell’igiene degli alimenti, all’educazione alimentare, alla ricerca scientifica, alla collaborazione con le industrie del settore alimentare, alla coordinazione di attività relative all’alimentazione nonché, all’insegnamento universitario delle scienze e tecniche dietetiche applicate, materia di studio del corso di laurea in dietistica, e del tirocinio triennale in qualità di tutor.

Il dietista non può fare diagnosi di malattia e nè prescrivere farmaci (integratori sì).

A partire dal 2018, con la Legge n.3/2018, cosiddetta Legge Lorenzin, è stato istituito l’Ordine dei TSRM e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione (TSRM-PSTRP), a cui fa parte l’Albo dei Dietisti assieme ad altre 17 professioni sanitarie. Per esercitare la professione, è necessario essere iscritti all’Ordine.

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Dietista cosa fa.

IL NUTRIZIONISTA

Il termine nutrizionista sta a indicare un generico operatore nel campo della nutrizione. In Italia non esiste nessuna precisa indicazione di legge per la generica figura del nutrizionista, tant’è che un parere del Consiglio Superiore di Sanità definisce nutrizionista “lo specialista dell’alimentazione umana di diversa estrazione professionale medica e/o non medica (biologo, agronomo, farmacista, veterinario, ecc)”. Da qui si evince che, da definizione, il termine nutrizionista si riferisce sia al medico nutrizionista o dietologo, sia al dietista, sia al biologo nutrizionista.

Solitamente, però, viene usato il termine nutrizionista per indicare il biologo nutrizionista.

Il biologo nutrizionista ha una laurea in biologia (4 anni con il vecchio ordinamento, o 3 + 2 con la nuova riforma) e, per esercitare la professione deve aver superato l’esame di Stato ed essersi iscritto all’Albo dei Biologi.

IL NUTRIZIONISTA COSA FA

Il biologo nutrizionista può valutare i fabbisogni nutritivi ed energetici delle persone ed elaborare schemi dietetici ma non farmaci e, come i dietisti, lavorare nell’ambito dell’educazione alimentare e della ristorazione collettiva. Qualora la persona che si rivolge al biologo nutrizionista presumi o sospetti di essere affetta da qualche patologia, il biologo deve inviarla al medico perché accerti se il soggetto è sano o affetto da qualche patologia. Solo in quel momento potrò elaborare una dieta che ripristini il benessere della persona.

dietologo-nutrizionista-dietista benacchio
Nutrizionista cosa fa.

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Quale professionista scegliere?

In realtà è molto difficile rispondere a questa domanda, proprio in virtù di quanto scritto sopra! Meglio scegliere un dietologo o un dietista? Meglio un biologo nutrizionista o un dietista?

A mio avviso, la scelta migliore non è scegliere un professionista in base al suo titolo di studio, bensì alla sua professionalità. È buona norma informarsi sull’esperienza e sulle modalità di lavoro del professionista, sulle sue capacità comunicative ed empatiche, sulla sua abilità di ascolto e di saper adattare “uno schema dietetico” allo stile di vita della persona.

La professionalità non la dà un titolo.

Attenzione! Non possono fare diete: personal trainer, estetiste, naturopati, farmacisti, coach del benessere.

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